Trovo molto intrigante il personaggio dell’antica Dea Ecate, una dei Titani del mondo greco.
Venerata dai greci e dai romani, aveva radici preindoeuropee. La sua figura, rappresentata dapprima singolarmente divenne, nel corso del tempo, trina.
Era ritenuta al centro dei tre mondi: mare, terra e cielo. Come tale, aveva il potere di concedere o negare agli uomini ciò cui bramavano.
Come trimorfa, era protettrice dei crocicchi, cioè del punto in cui tre strade si incrociano. In questi luoghi, l’ultimo giorno di ogni mese, i fedeli facevano offerte di cibo per ottenere protezione e divinazione. A lei, infatti, erano attribuiti poteri magici. Era la Dea della Luna in fase calante, del lato oscuro del satellite dove si dice risiedano le streghe. Simboleggiava la sacerdotessa che svela i segreti della conoscenza.
Era spesso accompagnata dai cani che sono emblema dell’oltretomba. Il loro latrato annunciava il suo arrivo ai crocicchi dove le venivano offerte le cene rituali.
La caratteristica della Dea di essere una e trina è stata vista anche come personificazione della fanciulla, della madre e dell’anziana. In lei, alla fine, si concretizza ogni potere e ogni conoscenza, non ultima, quella di essere Dea del tempo e del destino, con il dono di guardare al passato, al presente, al futuro.
Per concludere, a mio avviso, Ecate rappresenta l’archetipo della Prima Donna, della Dea Madre, della Grande Dea, in grado di guidare l’anima nel mondo dell’aldilà.